Vi siete mai chiesti se la parola “Easter” abbia a che fare con il punto cardinale “east”?
In effetti qualcosa c’entra, ma la spiegazione non è così immediata.
Come sicuramente già saprete, la cultura anglosassone ha radici germaniche, perciò non è per niente inusuale trovare riferimenti agli Asi, appunto le divinità germaniche, nelle parole di uso quotidiano. Qualche esempio? Thursday (giovedì) è il giorno del dio Thor, Dio del tuono e della tempesta. Oppure Wednesday (mercoledì) è il giorno del dio supremo Woden, Odino in italiano, padre degli uomini e degli dei. Infine Friday (venerdì) è il giorno della dea Frigg, sposa di Odino e dea della fecondità.

Anche la parola con cui in inglese ci si riferisce alla Pasqua ha a che fare con la mitologia germanica: il nome Easter deriva, infatti, dalla dea Eostre. Anche se molto meno famosa del suo collega dotato di mega martello, ciò che questa divinità rappresenta è altrettanto magico e affascinante!
Secondo i popoli anglosassoni l’arrivo della primavera coincideva con il manifestarsi della dea Eostre: infatti in un antico calendario anglosassone il mese di aprile veniva chiamato Eostur-monath, il mese di Eostre. La dea era raffigurata con una fanciulla raggiante e dai capelli ornati di fiori di campo, inoltre il suo nome deriva proprio dal termine germanico aes che ha poi mutato nella parola inglese east, appunto il punto cardinale est. Quindi questa divinità dell’alba raggiante, della luce zampillante rappresenta sia il sorgere del sole in senso stretto, sia, per estensione, l’alba del nuovo anno, ovvero la primavera il cui sole favorisce la rinascita della natura attraverso la germinazione e la fioritura.

Ora che vi ho spiegato l’origine della parola Easter, dovrei salutarvi e augurarvi Buona Pasqua, ma in questo 2021 più che mai, in questo periodo storico tanto faticoso, preferisco dirvi:
Happy Easter! Buona primavera, buona rinascita!

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